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Inuyasha: folklore ed elementi mitologici

Inutasha: folklore e tradizioni giapponesi

Inuyasha Sengoku o togi zoshi, o più semplicemente Inuyasha, è la quarta opera lunga della mangaka Rumiko Takahashi, molto più cupa e nettamente meno comica rispetto alle opere precedenti della stessa autrice. Il manga fu pubblicato su Shonen Sunday a partire dal 13 novembre 1996 sino alla sua conclusione, il 18 giugno del 2008.

Come la maggior parte delle opere precedenti di Rumiko, anche di Inuyasha, sfruttando l’incredibile successo che riscosse in tutto il Paese, proseguì la propria vita diventado una serie anime. Adattata dallo studio Sunrise e trasmessa su Yomiuri Tv, la prima serie di Inuyasha, andata in onda dal 2001 al 2009, conta 167 episodi divisi in sei stagioni che ricoprono i primi 36 volumi del manga. Successivamente, tra la fine del 2009 e il 2010, si proseguì con l’animare il resto della saga in un’ultima serie chiamata Inuyasha: The Final Act (Inuyasha: Ultimo Atto).

Durante gli anni di pubblicazione del manga sono stati realizzati ben quattro lungometraggi, usciti al cinema. Hanno riscosso un grande successo, nonostante non fossero legati alla trama principale. In Italia, invece, la serie manga è stata pubblicata dalla Star Comics dal 2001 al 2009, mentre i diritti della serie televisiva sono stati acquistati dalla Dynit, che ha trasmesso l’anime su MTV.

Il manga Inuyasha nella versione giapponese

L’ambientazione storica

Inuyasha è ambientato nel periodo Sengoku (1467-1573), un momento della storia giapponese molto critico come si può evincere anche dal nome. “Sengoku” letteralmente significa “stati combattenti”. All’epoca il Giappone era comandato dallo Shogun, che a sua volta aveva diviso il Paese in diversi feudi amministrati da Daimyo da lui nominati. Dato che ogni feudo era come uno stato a sé stante, presto si iniziarono a combattere continue e lunghe battaglie tra un feudo e l’altro che andarono a caratterizzare tutta l’epoca. La fine di questo difficile periodo di lotte interne arrivò solo con l’ascesa al potere dello Shogun Tokugawa Ieyasu, che riuscì a unire il Paese e che diede inizio al periodo Tokugawa o Edo (1603-16868).

Il periodo Sengoku ha sempre colpito l’immaginazione di molti artisti giapponesi, come il noto regista Akira Kurosawa che vi ambientava molte delle sue opere, tra cui I sette samurai e Ran. In realtà anche Rumiko Takahashi aveva già utilizzato l’epoca Sengoku come ambientazione per una delle sue storie brevi, Fire Tripper del 1983, poi diventato un lungometraggio, ma solo con Inuyasha l’autrice descrive approfonditamente la situazione bellica e civile del Paese, arrivando a nominare e a far fare brevi e spesso divertenti cameo anche a personaggi realmente esistiti dell’epoca.

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Immagine rappresentativa del periodo Sengoku

Inuyasha: folklore come ispirazione

È molto presente, in tutta l’opera, l’ispirazione tratta dal folklore e dalla tradizione giapponese. Rumiko è forse una delle autrici più legate alla cultura nipponica che spesso e volentieri compare nelle sue opere. Inuyasha rimane, senza ombra di dubbio, il suo manga con più riferimenti al folklore giapponese, soprattutto per quanto riguarda la presenza di yokai, mostri, spiriti e demoni soprannaturali appartenenti alla mitologia giapponese.

Il manga, infatti, è ambientato tra presente e passato, in un Giappone dove convivono, anche se non pacificamente, esseri umani e demoni. Inuyasha stesso è frutto dell’unione di un demone cane e di una donna umana; ma Inuyasha, come suo padre e il suo fratellastro Sesshomaru, sono ispirati a loro volta dallo yokai cane inugami, un demone dalle sembianze canine capace di trasformarsi in un enorme lupo con tanto di zanne affilate. Nella storia Inuyasha non si trasforma mai in lupo aggressivo, a differenza del fratellastro, in quanto mezzo-demone, anche se nel suo aspetto originale mantiene alcuni tratti canini, come le zanne, gli artigli e le orecchie, tratti che vengono ampliati quando si trasforma in demone e annullati quando è un semplice essere umano.

Anche molti altri personaggi secondari sono ispirati al mondo degli yokai, come la compagna di battaglie di Sango, Kirara, una nekomata, demone gatta, a due code e con la capacità di aumentare le proprie dimensioni. Altro esempio è Shippo, un cucciolo di demone volpe, ispirato per aspetto e poteri magici alla figura delle kitsune, in quanto non solo è provvisto di coda, zampe e orecchie proprio come le volpi, ma anche i suoi poteri sono legati alle illusioni e alla trasformazione, proprio come sono dipinte le kitsune nella mitologia giapponese.

FONTI

Susanna Scrivo, Rumiko Takahashi – La Regina dei Manga, Iacobelli Editore, Roma 2010
The Artifice, The Mythological and Folk Tale Origins of Classic Anime
Rumiko Takahashi – la regina dei manga di Alice Meucci

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