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Hana monogatari – le storie di fiori di Yoshiya Nobuko

La nascita dei canoni della moderna letteratura per ragazze in Giappone ma trova le sue radici all’inizio del secolo scorso con la pubblicazione di Hana Monogatari, Storie di fiori di Yoshiya Nobuko. Anche la letteratura. come ogni elemento appartenente alla cosiddetta shojo bunka (少女文化), ovvero la “cultura delle ragazze”, ha delle caratteristiche ben precise che rispondono un’estetica di fondo. Questi canoni sono stati fissati negli anni Settanta del Novecento, ma trovano le loro radici all’inizio del secolo scorso con questa opera.

L’autrice

All’interno della cultura letteraria shojo Yoshiya Nobuko (吉屋信子) occupa certamente un posto di primo piano. Yoshiya nasce nel 1896 a Nigata, da una famiglia agiata e che la educa secondo i valori tradizionali. Quando però si trasferisce a Tokyo insieme a suo fratello, si libera dall’influsso della famiglia e inizia a scrivere hana Monogatari nel 1916, a soli venti anni. Col tempo diventa una scrittrice estremamente popolare, tanto che a quanto pare guadagnava più del primo ministro dell’epoca. Questo le consente di vivere la sua vita liberamente. Infatti, viaggia moltissimo e decide di non sposarsi mai, poiché la sua compagna di vita era una donna, Monma Chiyo, che lei conobbe quando aveva ventisette anni.

Hana Monogatari

Hana monogatari, ovvero ‘storie di fiori’, è una raccolta di 52 brevi storie che la scrittrice inizia a pubblicare in maniera seriale sulla rivista Shojo Gaho. La serializzazione inizia nel 1916 e va avanti per ben otto anni. Questa sua prima pubblicazione è anche la sua opera più famosa ed è stata tradotta anche in italiano da Paola Scrolavezza. Il titolo di ogni storia fa riferimento a un fiore e tutti questi racconti parlano di relazioni di amicizia e di amore tra giovani ragazze.

Copertina italiana di Hana Honogatari di Yoshiya Nobuko
Copertina italiana di Hana Monogatari, tradotto da Paola Scrolavezza
Stile e ambientazione

All’epoca in Giappone le scuole non erano miste ed esistevano quindi istituti esclusivamente femminili, qui Yoshiya decide di ambientare le sue storie. L’autrice, che scrive in maniera estremamente elegante e raffinata, crea un universo quasi immaginario per dei perfetti racconti di evasione. Anche se ambientato nel mondo reale, l’atmosfera è fiabesca e questo sicuramente aiutò a evitare la censura delle sue opere.

Le storie di Hana Monogatari sono molto eterogenee, anche se presentano tratti di fondo comuni: sono quasi tutte storie che parlano di un’amicizia romantica, non solo tra studentesse, ma a volte anche tra una studentessa e un’insegnante. Le relazioni spesso rimangono platoniche e sono quasi sempre caratterizzate dalla distanza. In generale, possiamo dire che Yoshiya cerca sempre di sottolineare la purezza e l’idealismo di questi brevi racconti. Inoltre, è utile menzionare che la maggior parte finiscono in maniera tragica. O l’amore non è corrisposto, oppure la crescita delle ragazze fa andare incontro la relazione alla sua naturale fine.

L’autrice è piuttosto realista in questo senso, non si illude e sa che l’amore saffico non trova posto nella società giapponese di quell’epoca, se non nella fantasia. Infatti, a quei tempi l’amore lesbico si riteneva “una fase dell’adolescenza”, in cui le ragazze imparavano a conoscere la propria affettività in vista del matrimonio.

Ispirazione

Si ritiene che Yoshiya Nobuko si sia ispirata a ‘A Garland for Girls’ (Una ghirlanda per ragazze), di Louisa May Alcott, però in Hana Monogatari non troviamo alcun intento educativo. La decisione di intitolare ogni racconto come un fiore rimanda proprio all’immagine della ghirlanda.

Fonti

Mai una Soia – Storie di fiori di Yoshiya Nobuko, articolo di Dafne Borracci

Hana Monogatari- Yoshiya Nobuko e la letteratura per ragazze, tesi di laurea magistrale di Teresa Palminiello, 2012/2013.

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