
Il Giappone è un paese molto conosciuto per i complessi templari buddhisti e i santuari shintoisti, luoghi spettacolari che, nel cosiddetto “Occidente” non si ha la possibilità di vedere spesso.
Innanzitutto bisogna fare molta attenzione a non confondere le parole “tempio” e “santuario”, in quanto il primo termine indica i luoghi di culto prettamente buddhisti, mentre il secondo indica quelli legati ai kami e allo Shinto.
Parlando dei templi buddhisti, in Giappone ne troviamo di diversi tipi: alcuni imponenti e maestosi come il Todaiji di Nara. Alcuni sono legati a fatti storici famosi come lo Honnoji, dove Oda Nobunaga, il primo dei tre grandi unificatori del Paese del periodo medievale, fu colto di sorpresa dal tradimento di un suo fedele alleato, Akechi Mitsuhide, che lo attaccò e appiccò fuoco al tempio. Nobunaga, intrappolato nella struttura in fiamme, commise Seppuku, il suicidio rituale.
Il tempio muroji di nara
C’è un tempio forse meno conosciuto dei due esempi riportati ma non meno suggestivo: il Muroji, nella prefettura di Nara.
Il luogo in cui si trova il tempio è stata considerata un luogo sacro sin dai tempi antichi: infatti, la gente adorava il Dio Drago (Naga: un dio dell’acqua), che si diceva vivesse in una grotta sul Monte Muro, dove si trova il tempio. Quando la siccità colpiva il Paese, l’Imperatore del tempo inviava messaggeri a pregare il Dio Drago perché egli li beneficiasse con la pioggia.
Il Muroji è un tempio immerso nella natura e situato in montagna, a sud-est di Nara. Legato al Buddhismo Shingon è tutt’ora meta di pellegrinaggio, nonostante non sia di facile raggiungimento. La planimetria di questo tempio, con la sua architettura particolare che fonde stile buddhista e shintoista, non segue quella tipica dei templi buddhisti: infatti, essa si adatta al territorio e gli edifici sono disposti su tre livelli.
Gli edifici
Alla base della montagna, vicino al fiume Muro ci sono delle strutture adibite a residenze per i monaci.
Salendo verso la meta della montagna troviamo, invece, gli edifici adibiti al culto: il kondo (“sala d’oro”), il Mirokudo, una sala dedicata al Buddha del Futuro Miroku (Maitreya in sanscrito), e il kanjodo, un edificio per i riti di iniziazione. Sempre su questo livello intermedio, affiancata dalla sala d’oro, troviamo anche la pagoda a cinque piani. Infine, sulla cima della montagna, troviamo il recinto interno.

“Muroji temple-tiltshift 室生寺 チルトシフト” by kuromeri is licensed under CC BY 2.0
la pagoda
È interessante come, di questo tempio, solamente il kondo e la pagoda risalgano al primo periodo Heian (794-1185). La pagoda, in particolare, con i suoi 16 metri di altezza, ha la caratteristica di essere la più piccola del Giappone ed è la costruzione più antica del Muroji, tanto che sembra risalire alla fine del periodo Nara (710-784) o agli inizi del nono secolo. È un edificio snello, fatto con materiali nativi, come il legno di cipresso usato per i tetti, e questo particolare permette alla pagoda di confondersi meglio all’ambiente naturale in cui è posizionata e le conferisce un’aura più informale rispetto ai tetti di tegole di altre costruzioni simili.
il kondo
Per quanto riguarda la sala d’oro, invece, essa è una struttura sollevata fatta in legno, costruita seguendo l’andamento del terreno, che contiene diverse opere d’arte quali una Triade del Buddha Shaka, il Buddha Storico, e una statua del Bodhistattva Kannon a undici teste.

“Muro-ji, Kondo (Main Hall) -1 (July 2013)” by Tetsuhiro Terada is licensed under CC BY 2.0
il mirokudo
Infine, il Mirokudo, la sala dedicata al Buddha del Futuro, costruito con materiali naturali, così come il resto del complesso, per renderlo più consono all’ambiente che lo circonda. È a pianta rettangolare ed è adattato al buddismo esoterico che richiede ambienti poco illuminati.
Un tempio per le donne
Una particolarità di questo tempio è che esso è considerato uno dei luoghi di culto per le donne: al contrario del Monte Koya che rimase off-limits alle donne fino al 1905, infatti, il Muroji permetteva l’accesso alle donne ed era quindi chiamato Nyonin Koya dove “Koya” significa, appunto, “per le donne”.
fonti per il Tempio Muroji di Nara
P. Mason, D. Dinwiddie (Revised by), History of Japanese Art, Pearson Education Inc, Upper Saddle River, New Jersey, USA, 1993
Corso di storia dell’arte giapponese anno accademico 2019-2020, docente Silvia Vesco
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