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Yayoi Kusama – il suo mondo a pois

yayoi Kusama installazione pois

Yayoi Kusama è un’artista contemporanea giapponese e il suo mondo a pois è diventato il simbolo di questa artista visionaria e innovativa, che esprime con l’arte i suoi stati psicologici ed emotivi. Con i suoi celebri pallini ha invaso le strade di New York negli anni Sessanta, per poi tornare alle origini. Ma vediamo meglio la sua storia.

L’infanzia e il sogno dell’America

Kusama nasce nel 1929 a Matsumoto da una famiglia benestante, ma evidentemente non molto felice. Il padre è fedifrago e la madre obbliga la figlia a spiarlo, inoltre lei fin da bambina soffre di allucinazioni. Non viene mai supportata dai suoi genitori riguardo alla sua vocazione per l’arte, hanno altri progetti per la giovane Kusama.

L’artista racconta che fin da piccola era solita disegnare velocemente per finire il prima possibile, dato che la madre le strappava i fogli via di mano appena la vedeva all’opera. Riesce comunque a frequentare la scuola d’arte e studia la pittura classica giapponese, ma sogna di abbandonare il Giappone prima possibile, per andare in un luogo che la lasci davvero libera di esprimersi.

Gli anni a New York

 A 28 anni si trasferisce finalmente in America, prima a Seattle e poi a New York. Nessuno la conosceva ovviamente e fu difficile farsi strada nel mondo dell’arte, dominato dagli uomini a quel tempo. Ma pian piano e non senza difficoltà riuscì a guadagnarsi la stima di alcuni colleghi artisti e iniziò a esporre con una certa regolarità e diventa a tutti gli effetti parte dell’avanguardia newyorkese. Quando arrivano gli anni della guerra in Vietnam prende parte a molte performance provocatorie figuranti corpi nudi, lei compresa. Una volta fu addirittura arrestata a Manhattan poiché stava manifestando nuda e quando la notizia arrivò in
Giappone la sua città natale decise di cancellarla dagli annali scolastici in segno di rifiuto.

Ritorno in Giappone

Nel ’73 Yayoi Kusama decide di tornare in Giappone anche se nessuno la conosce, dopo aver tentato per la prima volta il suicidio in America. Oltretutto la situazione politica si stava facendo più tesa dopo le elezioni di Nixon. Anche qui però tenta il suicidio, quindi decide di trasferisse volontariamente in un istituto psichiatrico a Shinjuku, Tokyo, dove risiede tutt’ora. Si procura uno studio proprio vicino a questo istituto e va regolarmente a lavorare quasi ogni giorno.

Negli anni la sua notorietà è cresciuta a dismisura e ora è apprezzata anche in Giappone, dove la sua città natale, Matsumoto, le ha dedicato un museo personale, lo ‘Yayoi Kusama Museum’ inaugurato nel 2017.

L’arte di Yayoi Kusama

La sua arte è considerata rivoluzionaria e femminista poiché sfida apertamente il patriarcato e i tabù sessuali. Kusama, infatti, è sempre stata affascinata dall’aspetto della sessualità in una maniera che sta tra l’ossessione e la fobia, poiché ne è al contempo spaventata a causa probabilmente dei traumi infantili causati dai genitori.

Per esempio, tra le sue opere più famose rientra la sua installazione del ’63 chiamata “One Thousand Boat Show”: quest’opera comprende una barca ricoperta da innumerevoli protuberanze falliche. Questo è solo una delle innumerevoli opere e performance sovversive e provocatorie di Kusama.

Oltre ai falli, uno dei suoi motivi caratteristici, declinato in mille maniere, sono i polka dots o pois per cui è diventata celebre. Una sua installazione molto conosciuta è infatti la cosiddetta obliteration room, una stanza bianca e ammobiliata ricoperta da innumerevoli pois di ogni forma e colore, che per l’appunto obliterano la scena. Altre famose installazioni legate ai pois sono le sue zucche, di solito di colori molto accesi e con pattern a pois neri.

Zucca gialla a pois - Yayoi Kusama
Installazione in un museo di una zucca gialla a pois di Yayoi Kusama, il suo marchio di fabbrica

L’esperienza veneziana

La prima volta che l’artista si presenta alla biennale di Venezia, nel ’66, in verità non era stata invitata, ma si intrufola all’interno dei giardini vendendo delle sfere di specchi che chiama “sfere del narcisismo”. Naturalmente la vendita fu bloccata subito e le chiesero di andarsene, ma lei rimase a danzare tra le 1.500 sfere del narcisismo che aveva portato. La seconda volta invece fu invitata, nel 1993; questo mostra davvero i progressi fatti da artista ormai riconosciuta a livello globale.

Ormai le opere di Yayoi Kusama con i suoi pois sono tra le più apprezzate e pagate dai collezionisti ed è diventata l’artista donna più pagata di sempre e uno degli artisti più valutati del mondo in generale.

Fonti su Yayoi Kusama – il suo mondo a pois

Travel on Art, Yayoi Kusama: vita e opere di un’artista geniale, articolo di Anna Fornaciari, 2015

Arts Life, Yayoi Kusama. La storia di un’ossessione divenuta arte, articolo di Giuditta Litta Modignani, 2021

La psicologia e le emozioni dell’artista Yayoi Kusama di Nicole Renè Sanzeni

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