
Dal 1880 in Giappone l’attività omosessuale è perfettamente lecita e ammessa, sebbene a livello sociale essa sia spesso ancora tenuta nascosta. Non esiste alcuna legge specifica contro l’omosessualità, ma non vi è neppure un completo riconoscimento giuridico delle relazioni omosessuali; le famiglie composte da coppie dello stesso sesso non hanno protezioni legali equivalenti a quelle eterosessuali. Addirittura, la Costituzione giapponese stabilisce che “il matrimonio può avvenire solo con il mutuo consenso di entrambi i sessi”, dando quindi per scontato che si tratti solamente di coppie eterosessuali.
Ad ogni modo, secondo gli esperti legali, questo articolo non consente espressamente l’unione tra due persone dello stesso sesso, ma neanche lo vieta. A causa di questo problema, il Giappone è l’unico paese tra i membri del G7 a non riconoscere ufficialmente le unioni omosessuali.
Riconoscimenti ufficiali
A marzo del 2021 la comunità LGBTQ+ giapponese è riuscita a raggiungere un grande traguardo: per la prima volta un tribunale giapponese ha stabilito che le coppie omosessuali hanno il diritto costituzionale di sposarsi. È stato detto che la sessualità, così come la razza e il genere, non è una questione di preferenza individuale; quindi il rifiuto di garantire le licenze di matrimonio alle persone omosessuali viola la premessa della Costituzione di assicurare la parità dei diritti derivanti dal matrimonio.

Questa sentenza, storica per gli attivisti giapponesi, è stata emessa dal giudice Tomoko Takebe della Corte di Sapporo, la quale afferma che “i matrimoni omosessuali non sono considerabili incostituzionali”, ponendo l’attenzione sulla violazione dell’articolo 14 della Costituzione giapponese, che sancisce il principio di uguaglianza degli individui davanti alla legge.
Secondo la giudice Takebe Tomoko “l’orientamento sessuale non è qualcosa che una persona può scegliere e cambiare a proprio piacimento”, proseguendo con un’ammonizione nei confronti del Governo circa la sua incapacità “di garantire alle coppie dello stesso sesso anche una minima parte dei vantaggi legali che derivano dal contratto di matrimonio”.
Come si è arrivati a questa sentenza?
Si tratta del passo finale di un’azione legale presentata nel 2019 da 16 coppie in molteplici località del Giappone: da Tokyo a Nagoya, Fukuoka e Osaka, oltre a Sapporo, che si opponevano al divieto di non poter convolare a nozze, al pari delle persone eterosessuali. Dopo un anno di processi, il tribunale di Sapporo, seppur abbia stabilito la non incostituzionalità dei matrimoni omosessuali, non ha però concesso il risarcimento dei danni morali e psicologici – pari a 1 milione di yen (circa 7.700 euro) – richiesto da tre coppie dell’Hokkaido, alle quali era stato negato il diritto di potersi sposare, citando “le difficoltà delle autorità a legiferare una materia ancora così complessa”.
Come si può ben intuire, il percorso di accettazione della comunità LGBTQ+ giapponese è ancora lungo, ma nell’ultimo decennio i passi fatti verso il traguardo finale sono stati numerosi.

Sempre nella città di Sapporo, sono nate le più importanti iniziative di apertura nei confronti della comunità LGBTQ+ giapponese. Nel 2017 vennero emessi i certificati di eleggibilità per le coppie omosessuali che, sebbene non legalmente vincolanti, tentavano di semplificare l’accessibilità ai servizi comunali al pari delle regolari coppie unite in matrimonio. Ad esempio, permettevano alle coppie omosessuali di affittare casa più facilmente; cosa che prima poteva risultare difficile, mentre era banale per una qualsiasi altra coppia eterosessuale. Purtroppo, però, non essendo giuridicamente validi, gli aiuti concessi erano molto limitati.
Gli ostacoli sono molti perchè i matrimoni di coppie gay officiati all’estero non sono riconosciuti in Giappone e, se una delle due persone della coppia è straniera, non le viene concesso un permesso di soggiorno. Nonostante questi presupposti, gli esperti legali non si mostrano così pessimisti riguardo un possibile cambiamento di direzione nella politica giapponese nei confronti di questa comunità; l’ambiguità dell’articolo costituzionale permette una futura propensione al cambiamento, al passo con l’evolversi della società ed il resto del mondo.
Fonti sulle unioni omosessuali in Giappone
Il Fatto Quotidiano “Sentenza storica in Giappone: i matrimoni omosessuali non sono incostituzionali”, F.Q., 2021
The Asahi Shinbun “Court: Denial of same-sex marriages is unconstitutional”, 2021