
I mochi: dolci di riso giapponesi, sono delle piccole torte fatte di riso glutinoso e sono dei dolci tradizionali del Giappone, ormai conosciuti e amati in tutto il mondo. Hanno una consistenza moto gommosa e appiccicosa. Scopriamone le origini e i diversi tipi.

I mochi nascono come doni per gli dèi, che iniziarono anche ad essere offerti ad amici e conoscenti come portafortuna. In seguito, durante il periodo Heian (794-1185), diventarono cibo consumato durante le festività per l’anno nuovo. È stato servito nel corso della storia come piatto speciale in diverse celebrazioni e cerimonie.
Come si fanno i mochi
Il metodo più tradizionale per fare i mochi, chiamato mochitsuki, consiste nel mettere grani di riso glutinato e già cotto a vapore in un usu, ovvero un grande mortaio di legno. Dopodiché i grani vengono schiacciati ripetutamente usando una mazza di legno chiamata kine. Questo processo viene svolto da due persone in contemporanea che devono avere una grande forza ma, soprattutto, coordinazione. Oggigiorno viene spesso eseguito da macchine. Vi è ancora la tradizione di svolgere il mochitsuki alla fine dell’anno, per prepararsi all’anno nuovo.
come realizza il mochi Mitsuo Nakatani
Oggi è comune anche un metodo più moderno, che consiste nell’asciugare il riso glutinoso riducendolo in una polvere chiamata mochiko, ovvero farina di riso dolce. A questa si aggiungerà dell’acqua, così da avere i mochi.
I mochi nella cucina giapponese odierna
Oggi vengono usati in molte ricette giapponesi come ingrediente base, non solo dolci ma anche salate, come le palline di mochi ripiene. Spesso viene condito con salse o abbinato ad altri alimenti, poiché il suo sapore è molto leggero. Esistono molti tipi di mochi diversi, di forme differenti e anche in varietà non composte da riso. Un esempio di dolce giapponese che ha il mochi come ingrediente base è il dango, composto da piccoli pezzi rotondi di mochi serviti su uno spiedino e condito con salsa.

La versione mochi più conosciuta è il daifuku, molto popolare anche all’estero, che consiste in una palla di mochi ripiena di pasta di fagioli rossi, chiamata anko, o anche di fagioli bianchi (shiroan). Di solito vengono colorati di rosa, verde o bianco e possono essere tostati leggermente prima di essere mangiati. Daifuku significa letteralmente “grande fortuna” e per questo ha assunto un significato di buona sorte.

Il daifuku è forse il dolce composto da mochi più popolare anche all’estero, secondo solo al mochi gelato, consistente in un mochi contenente una pallina di gelato, prodotto ormai in tutto il mondo da diversi brand.

I dolci di mochi e le festività
Alcuni tipi di mochi sono tipici di alcune festività. Vi è, per esempio, il sakura mochi, colorato di rosa che ricorda proprio i sakura, i fiori di ciliegio. Anche in questo caso si tratta di una pallina di mochi riempita di pasta di fagioli dolce. La caratteristica che lo distingue, oltre al colore, è anche la foglia di sakura che viene posta attorno al mochi e la consistenza più granulosa rispetto ai daifuku. Viene solitamente consumato durante lo Hinamatsuri festival e in primavera.

Il warabi mochi è molto popolare nel Kansai e ha una base non di riso ma di warabi. Il botamochi e lo ohagi, sono due tipi di mochi consumato durante la festività buddhista Ohigan, durante la quale si ricordano gli antenati. Il primo si mangia durante la primavera, il secondo in autunno.

Altri tipi di mochi: dolci di riso giapponesi
Tra alcuni tipi di mochi meno conosciuti, abbiamo il kuzomochi, realizzato con la pianta kuzu. È molto popolare d’estate e viene solitamente accompagnato da pasta di fagioli rossi. È un dolce senza glutine e vegano. Il kusamochi, invece, viene realizzato con un’altra pianta giapponese chiamata yomogi, ovvero artemisia. Può infatti contenere proprio pezzi di foglie di yomogi e, per il colore tipico della pianta, è di solito verde. Ha poteri antiossidanti.
Abbiamo poi lo hishimochi, ovvero una piccola torta composta da tre strati: uno rosa, uno bianco e uno verde. Il rosa rappresenta fioritura e buona fortuna, il bianco significa inverno, fertilità e lunga vita, mentre il verde sta per primavera e nuova vita. È un dolce tipico dello Hinamatsuri. Altro mochi particolare è l’hanabira, molto raro e prodotto nella prefettura di Kyoto, in origine consumato dai nobili durante le festività per il nuovo anno. Ha la forma di un petalo, che viene arrotolato su una piccola stecca di radice di gobo ed è di pasta di miso.

Infine abbiamo il kirimochi e il marumochi, ovvero mochi che ottengono la forma di duri panetti, creati pressandoli. Il marumochi ha una forma arrotondata. Questi blocchetti possono essere riscaldati per renderli più morbidi, cotti in forno o anche tostati e possono assumere diverse forme. Vengono utilizzati per diverse preparazioni, come la zuppa ozoni.

Fonti sui mochi: dolci di riso giapponesi
La mia Asia, Cosa sono i mochi giapponesi
Gurunavi, 9 Types of mochi (Japanese rice cakes), 20/01/2017
Primo Chef, Scopriamo come fare i mochi, il dolce giapponese a base di riso, di Beatrice Piselli, 14/05/2019
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