
Il kappa, conosciuto anche con il nome di kawataro, traducibile come “ragazzo di fiume”, è uno dei più famosi yokai (mostri folkloristici) dell’intero Giappone. Abitanti delle acque dolci, si nutrono praticamente di tutto ciò che riescono a trovare, anche se prediligono i cetrioli. Tra le creature fantastiche giapponesi: i kappa, dato il loro stile di vita e la loro costituzione corporea, sono considerati degli abili nuotatori.

Il particolare aspetto dei kappa
Spesso i kappa sono rappresentati in forma antropomorfa delle dimensioni di un bambino, ma con le fattezze di una rana, anche se caratterizzati da un becco e da un insolito guscio di tartaruga sulla schiena. La storie e le origini del kappa risalgono al periodo Heian e pertanto le fonti che descrivono questa creatura sono spesso incerte o confuse, come la descrizione della pelle del kappa che a volte compare come una pelle scagliosa, mentre altre volte è ricoperta da peli.
L’unica caratteristica onnipresente in tutte le descrizioni e rimasta invariata con il tempo, è una leggera depressione in cima alla testa del kappa circondata da corti capelli e che dà il nome ad un particolare taglio di capelli detto “a scodella”, okappa atama (letteralmente “testa a kappa”).
Questa particolare depressione è molto importante in quanto è sempre piena d’acqua, fonte della loro forza e necessaria per tenere la creatura in vita mentre è momentaneamente sulla terraferma. Infatti, se la cavità viene svuotata dall’acqua, il kappa perde tutte le sue forze, si immobilizza e, se non raggiunge in poco tempo un’altra fonte di acqua dolce, finisce con il morire.
Per questo motivo si racconta che per proteggersi da un attacco di un kappa basta inchinarsi. I kappa, infatti, sono tra gli yokai che imparano più facilmente la lingua dell’uomo ed hanno una certa inclinazione nel rispettare il galateo e le formalità. Per questo, quando un essere umano si inchina profondamente di fronte a uno di loro, il kappa sarà spinto a fare lo stesso, versando l’acqua che ha sulla propria testa e finendo per indebolirsi.
Le origini
Il kappa è classificato come Sujin (dei d’acqua) e molti studiosi sostengono che la sua figura ha radici autoctone e che, con l’introduzione del Buddhismo nel paese, le sue caratteristiche si siano modificate e perfezionate fino a giungere alla rappresentazione odierna.

Una delle prime fonti che cita la figura del kappa è il Nihon Shoki (Cronache del Giappone), dove viene chiamato Kawa no Kami (Dio del Fiume) e di cui ne viene narrata una leggenda. La storia parla di un kappa malevolo che abitava le sponde del fiume Kawachi, vicino al santuario Kawako. A causa del suo comportamento, il kappa fu costretto dai monaci del santuario a firmare un giuramento in cui si impegnava a non fare più male a nessuna persona o animale della zona, firmando la propria promessa con un’impronta della propria mano precedentemente immersa nell’inchiostro.
Tuttavia, vi sono studiosi che collegano la figura del kappa ai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI° secolo. Questi ultimi, infatti, indossavano una particolare veste chiamata “capa” e il loro particolare aspetto non era poi così diverso dalla descrizione di un vero e proprio kappa, sia per il mantello che pendeva sulla loro schiena, simile al guscio di tartaruga portato dai kappa, alla tosatura dei capelli.
La teoria più comune, però, rimane quella che afferma che i kappa, in realtà, discendano dalle scimmie cinesi, giunte in Giappone con l’arrivo del Buddhismo. In particolare, si fa riferimento alle varie leggende contenute nel Jataka (una delle più antiche collezioni di folklore buddhista del III secolo a.C.), dove si racconta di un regno governato da scimmie e minacciato da un demone acquatico, sconfitto dal Re Scimmia attraverso l’utilizzo di una canna di bambù.
La figura del kappa moderno
Come la maggior parte degli spiriti del folklore giapponese anche i kappa sono esseri maliziosi e dediti a scherzi di qualsiasi genere, spesso e volentieri ai danni degli esseri umani, specialmente donne o bambini. Tuttavia, sono anche facilmente ingannabili, specialmente perché il loro attaccamento al galateo e alle buone maniere gli impone di rispettare sempre la parola data, anche se significa essere truffati.

Essendo una delle creature più radicate e famose del folklore giapponese, appare spessissimo sotto forma di varie rappresentazioni in racconti, videogiochi, manga, anime e drama. Spesso sia negli anime che nei videogiochi appaiano come creature buone, un po’ buffe e goffe, ma mai antagoniste del genere umano. Questo diversamente da come, per esempio, le descrive Ryunosuke Akutagawa nel suo racconto breve intitolato, per l’appunto, “Kappa”, dove utilizza questa figura mitologica, descritta con fattezze grottesche, per criticare la società moderna.
Recentemente la figura del kappa ha raggiunto notorietà anche all’estero, dove compare, per esempio, nella serie di libri di Harry Potter di J.K Rowling. Nella serie i kappa costituiscono una parte della materia di studio nel corso di “Difesa contro le Arti Oscure” nel terzo e nel quarto volume, e si possono anche trovare come creature magiche anche nel libro di testo “Gli animali fantastici: dove trovarli”.
FONTI
The Japanese Dreams, I kappa, di Carlotta Labbate
VadoInGiappone, Kappa: creature mitologiche del folklore giapponese, di Fabrizio Chiagano
Lega Nerd, Il kappa, di BlueCarolina