
I Teke::Teke sono una band bizzarra, di difficile catalogazione come lo è la loro musica. Sono uno strano “ibrido” multietnico tra Occidente e Giappone, nato nel fiorente e lontano orizzonte del Canada. La formazione conta 7 elementi: il chitarrista Serge Nakauchi Pelletier, il trombettista Étienne Lebel, il batterista Ian Lettre, il chitarrista Hidetaka Yoneyama, il bassista Mishka Stein, il flautista Yuki Isami, e il vocalist Maya Kuroki. Cominciano l’attività nel 2017 esibendosi al “Distorsion Festival Pop” di Montréal, la loro base.
Come sono nati i Teke::Teke, musica
Il progetto iniziale era presentarsi come band tribute del mitico chitarrista surf-psychedelic-rock Takeshi “Terry” Terauchi, con la sua band The Blue Jeans erano stati rappresentanti dell’eleki, ovvero i primi germogli di quello che sarebbe diventato il rigoglioso albero del J-Rock.
Poi però l’incontro con l’artista multi-performer Maya Kuroki, divenuta loro vocalist, ha cambiato in modo radicale la direzione musicale della band che ora suona un psychedelic-modern-rock originale in cui rientrano più influenze: si spazia infatti dal garage-punk, surf-rock, progressive-rock, japanese folk, psychedelic-rock, con contaminazioni enka, punk, funk, jazz.

La discografia
È una proposta di nicchia musicale per orecchie già abituate al rock psichedelico del ventennio sperimentale degli anni ’60 e ’70, che si articola in soli 6 singoli e 1 album pubblicato il 7 maggio 2021. L’album contiene 9 tracce audio e 2 documentari tra cui alcuni singoli ripresi dal repertorio, si intitola Shirushi che significa “segni di grandi cambiamenti in arrivo“.
Album candidato longlisted per il Polaris Music Prize 2021, si apre con il singolo Kala kala, una combinazione di strumenti antichi e moderni in un’atmosfera pop/rock degli anni ’60/’70. Segue il brano Yoru ni, che rassomiglia ad una perfetta colonna sonora di un film e che nel testo combina giapponese e francese; il terzo pezzo, “Dobugawa”, una storia d’amore sull’identità di genere, viene interpretato musicalmente da un mellifluo tango. Segue un brano molto forte, Barbara: un mix di sonorità rock/punk che creano una melodica confusione, come un gioco di bambini ed appunto Barbara è lo spirito di una bambina dispettosa, in giapponese Zakishi Warashi (bambini da salotto) la cui voce è interpretata dalla vocalist.
Si arriva così al quarto singolo Kizashi, una ballata psichedelica ruvida nei suoni, con la voce della vocalist accennata sensualmente in sottofondo, quasi come un sussurro; a seguire il brano Kaminari con una intro che si ricollega al precedente, per poi trasformarsi in un coro teatrale molto giapponese, con picchi di vocalizzi struggenti ed infine va a chiudersi come l’inizio. Il pezzo successivo, Sarabande, contiene un uso del mixer che dà un effetto “metallico” alla psichedelia generale.
Meikyu è, come Kala kala, un brano distintivo che caratterizza le sonorità della band, e precede Tekagami, quasi un pezzo cerimoniale in stile lounge che a tratti diviene pop e jazz stiloso.
Documentari
Tra il materiale video menzioniamo History, il primo documentario nel quale la band presenta la sua formazione, la genesi dell’album in una caratteristica baita sulle montagne e infine i suoi componenti si presentano e festeggiano l’ingresso nella label Kill Rock Stars.
Chidori è la loro cover omaggio ad un omonimo brano di Takeshi Takeuchi: la loro versione è molto ballabile e moderna. Un secondo documentario è costituito da un dietro le quinte al video musicale di Yoru ni.
Sommariamente è un interessante e particolare album di rock psichedelico, un genere insolito da riportare in auge, il cui valore aggiunto è dato dall’eclettismo multietnico, dalle abilità tecniche e virtuosistiche dei singoli musicisti e dal felice incontro tra occidente e oriente. Tuttavia, potrebbe essere un “gioiello” di nicchia, fruibile ad intenditori, per cui non è la scelta ideale per cominciare un’esplorazione del rock psichedelico. Si dimostra invece valido e molto utile per un confronto tra passato e presente della musica giapponese di quel ventennio.
Un ottimo punto d’inizio per una ricerca costruttiva di sound sperimentali.
Fonti
Trend and Chaos, INTERVIEW WITH JAPANESE PSYCH ROCK BAND – TEKE::TEKE, di Dennis Martin
Metallized, Recensione TEKE::TEKE – Shirushi
Louder than war, TEKE::TEKE: Shirushi – album review By Paul Clarke
BandCamp, Teke::Teke: musica
Sito ufficiale di Teke::Teke: musica