
Per capire gli sviluppi dell’arte Shinto in periodo Heian (794-1185) e, di conseguenza, l’analisi dell’opera della Triade di Hachiman bisogna partire dalla relazione tra Buddhismo e Shinto all’epoca.
La relazione tra Buddhismo e Shintoismo
Nel periodo Heian il concetto di Shinto si trasformò radicalmente. Se in periodo Nara (710-794) lo stato si era impegnato per creare una relazione armoniosa tra i Kami, gli dei dello shinto, e i nuovi insegnamenti del pantheon del Buddhismo, introdotto in Giappone nel VI° secolo dopo Cristo, a metà dell’VIII° secolo abbiamo una svolta di questo processo. Infatti, si decise di consultare Amaterasu O Mikami, la dea solare dalla quale discenderebbe la famiglia imperiale, riguardo la possibilità di fondare il Todaiji, il tempio costruito sotto l’imperatore Shomu e tutt’ora situato a Nara nel quale venne poi sistemata la colossale statua bronzea del Buddha Birushana. Amaterasu rispose che lei e Birushana, in realtà, non erano altro che emanazioni l’una dell’altro. Questa affermazione portò alla creazione del maestoso sopracitato tempio e all’inizio del processo di unione delle due dottrine, Shinto e Buddhismo. Con il processo di fusione tra queste due credenze, i kami si adattarono al pantheon buddihista. Un esempio di tale processo è il Kami Hachiman.
Il dio Hachiman
Hachiman, considerato uno degli dei più popolari del pantheon shintoista, è anche una divinità legata al celebre clan Minamoto e protettrice dei guerrieri. Divinità centrale della guerra nello Shinto, divenne altrettanto importante nel Buddhismo come guardiano di questa dottrina con il nome di Hachiman Daibosatsu.
la triade di Hachiman
Gli avvenimenti qui sopra descritti influenzarono inevitabilmente anche l’arte Shinto che in periodo Heian si stava evolvendo. Un’opera esemplare in campo scultoreo è la Triade di Hachiman, un set di tre immagini realizzato negli ultimi anni del IX° secolo. Quest’opera fu creata per il santuario Yasumigaoka Hachiman sul terreno dello Yakushiji, un tempio situato a Nara.

Al centro di questa triade troviamo Hachiman, il dio della guerra, qui rappresentato in veste di monaco, affiancato da due figure femminili la cui identificazione risultò alquanto problematica. Grazie a ricerche recenti, sappiamo che un clan legato al santuario Usa Hachiman nel Kyushu venerava in modo particolare l’imperatore Ojin e sua madre, l’imperatrice Jingu, e una divinità locale chiamata Himegami, protettrice dei viaggi in mare e dell’agricoltura. Per questo si crede che la figura centrale della triade sia l’imperatore Ojin, rappresentato come Hachiman nella veste di monaco, mentre le due figure femminili sembrerebbero essere l’imperatrice Jingu e la dea Himegami. Tuttavia, in realtà, quest’ultima potrebbe anche rappresentare la Principessa Nakatsu, moglie dell’imperatore.
le sculture
Queste tre sculture sono di piccole dimensioni e tutte realizzate in legno dipinto. Hachiman è scolpito da un unico blocco di legno (ichiboku zukuri) e seduto a gambe incrociate. La mano destra poggia sul ginocchio, mentre la sinistra è sollevata. La veste, invece, cade sul suo corpo formando pieghe semplici.
Per quanto riguarda le figure femminili, esse siedono rilassate con le mani nascoste all’interno delle maniche, segno di pudicizia. Sono anch’esse scolpite con la medesima tecnica utilizzata per la figura maschile e, infatti, sembra lo scultore abbia utilizzato il medesimo tronco d’albero per la loro realizzazione.

fonti
P. Mason, D. Dinwiddie (Revised by), History of Japanese Art, Pearson Education Inc, Upper Saddle River, New Jersey, USA, 1993
Corso di storia dell’arte giapponese anno accademico 2019-2020, docente Silvia Vesco
Britannica, Hachiman di The Editors of Encyclopaedia Britannica
Shinbutsu shugo: sincretismo fra buddhismo e shintoismo in Giappone