
Oggi parliamo di un pilastro della letteratura giapponese (e non solo) del XX° secolo, tanto apprezzato quanto ancora poco conosciuto in Occidente, Yasunari Kawabata lo scrittore giapponese. È stato il primo del Paese del Sol Levante a vincere il premio Nobel per la letteratura, un avanguardista, un buddista, ma soprattutto un grande conoscitore del suo tempo, con il quale non sempre andava d’accordo.
La vita
La vita di Yasunari Kawabata (1899-1972) è un cliché da shonen manga: a due anni resta orfano di padre e l’anno dopo perde anche la madre. A 10 anni muore pure la sorella maggiore e, ormai solo, viene affidato al nonno. Ma ben presto sarà il ragazzo a dover prendersi cura di quest’ultimo divenuto anziano (raccoglierà questa difficile esperienza in Diario di un sedicenne).
Giovinezza, avanguardia e affermazione letteraria
Da sempre amante della scrittura, inizia giovanissimo a redigere i primi racconti e nel 1920 si laurea in letteratura giapponese all’Università Imperiale di Tokyo. La sua vita è costellata da tantissimi viaggi, in particolare rimane affascinato da Izu, che sarà di ispirazione per alcune sue opere. Non sempre fortunato in amore era solito dire:
“Non domandatemi quante volte mi sono innamorato, m’innamoro ogni giorno, diversamente non potrei vivere”.
Yasunari Kawabata
Uomo dagli interessi molteplici, si appassiona di letteratura occidentale, in particolare inglese e russa, e conosce Kan Kikuchi, mecenate e anch’egli scrittore, che sarà fondamentale per la sua affermazione nel mondo della letteratura. Sarà lui ad affidare a Kawabata la redazione delle riviste Shinshicho e Bungei Shunju.

In un periodo di grande fermento culturale, insieme ad altri giovani autori (tra i quali Kataoka Teppei, Nakagawa Yoichi e soprattutto Yokomitsu Riichi) dà vita ad un movimento d’avanguardia noto come Shinkankakuha che si proponeva di cogliere la realtà attraverso l’immediatezza delle sensazioni.
Il dopoguerra
Anche in questi anni caotici, attorno e durante il conflitto mondiale, viaggia parecchio, spesso per motivi di studio o su invito delle università di mezzo mondo. Continua a scrivere incessantemente, rallentando il suo impegno solo durante la Seconda guerra mondiale, che gli lascerà profonde cicatrici nello spirito e negli affetti.
Kawabata, forse anche per cercare nuove prospettive, si mostra molto attivo nell’ambito dell’associazionismo letterario e ricopre per diverso tempo la carica di presidente del PEN Club giapponese, dove si confronta con pensatori diversi.
Il Nobel e gli ultimi anni

Nel 1968 è il primo autore di nazionalità giapponese a ricevere il premio Nobel per la letteratura: “Più che a me, è stato dato alla letteratura giapponese”. Il suo discorso di premiazione “Giappone, la Bellezza e me stesso” spazia dal Buddhismo Zen, al quale era molto legato, al concetto di bellezza, di natura, dai bonsai all’ikebana (l’arte della disposizione dei fiori recisi) per spiegare come la vera bellezza sia in fondo nella semplicità.
In pochi sanno che fu tra i primi a riconoscere il talento letterario di Yukio Mishima, al quale era molto legato, e non fu un segreto che il suicidio dell’amico lo rattristò immensamente. Alcuni dicono che il dolore persistente, a due anni di distanza, lo portò a porre fine alla sua stessa vita, altri che si trattò di un incidente; sta di fatto che nel 1972 morì soffocato dal gas. E ancora oggi la sua fine resta avvolta nel mistero.
Le opere di Kawabata lo scrittore giapponese
Yasunari Kawabata è stato uno scrittore giapponese incredibilmente prolifico. A lui infatti si attribuiscono decine di racconti, romanzi tradizionali e brevi che purtroppo solo in minima parte sono conosciuti al pubblico italiano (anche se resta uno degli autori giapponesi più tradotti di sempre).
Diverse sue opere si trovano ormai solo in vecchie edizioni, ma ci sono anche dei grandi classici come Il paese delle nevi, La danzatrice di Izu, Bellezza e tristezza, Mille gru o La casa delle belle addormentate che hanno avuto maggior fortuna editoriale e sono ormai diventati dei capisaldi della letteratura mondiale.
In Italia nel corso degli anni si è preferito tradurre le opere della maturità letteraria di Kawabata, presentandolo al pubblico come una sorta di epitome della cultura e tradizione giapponesi, quando in realtà, se si considerasse la totalità delle sue opere, trasparirebbe anche la sua grande modernità e voglia di sperimentare.
Il giapponese Yasunari Kawabata è uno scrittore a volte dimenticato: gli anni della giovinezza con i primi amori ingenui, la consapevolezza (onnipresente) della morte, la brutalità della vita, il vivere quotidiano, il piacere di un buon tè, la sensualità di una casa di incontri, nelle sue opere riscopriamo lo spaccato di un Giappone che ormai non esiste più.
Antologia Opere Ed. Utet 1973
[…] che fu amico fraterno dello scrittore Kawabata, organizza un confronto attento tra la cultura orientale e quella occidentale, imposta ai […]