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La società di periodo Edo

Classi sociali nel Giappone antico

Tradizionalmente conosciuta per essere statica ed equilibrata, la società di periodo Edo (江戸時代) fu in realtà composita e non estranea a cambiamenti nella sua struttura, benché solo sul piano pratico. Vediamone ora la composizione, analizzandola sia sul piano teorico sia su quello pratico.

LE ORIGINI DELLA SOCIETÀ DI PERIODO EDO

società di periodo Edo: Toyotomi Hideyoshi
Ritratto di Toyotomi Hideyoshi

La struttura della società di periodo Edo si basava largamente sul sistema già adottato verso la fine del periodo Azuchi-Momoyama (安土桃山時代) da Toyotomi Hideyoshi (豊臣委吉), il quale nel 1591 aveva stabilito la divisione della società in 4 caste: samurai, contadini, mercanti e artigiani. Essa era stata stabilita dall’Editto di Separazione, in giapponese Mibun Tosei Rei (身分統制令); in base ad esso, ognuna delle quattro caste doveva rimanere immobile dal punto di vista sociale, ossia non era previsto che i membri di una classe passassero all’altra liberamente.

Le caste erano ordinate secondo un sistema gerarchico che prendeva come punto di riferimento il prestigio che ciascuna aveva secondo il sistema di pensiero neoconfuciano. A primo posto c’erano i samurai, i quali erano i difensori della nazione e del popolo e con esso si rapportavano come un padre si rapporta al figlio, secondo il sistema della pietà filiale per cui un figlio riverisce il padre che lo cresce con saggezza. Al secondo posto era presente la classe contadina, la quale produceva il cibo necessario al sostentamento dell’intero popolo. Al terzo posto si trovava la classe artigiana, la quale non contribuiva a sfamare la nazione, ma sfruttava i prodotti generati dell’altrui lavoro per produrre oggetti utili nella quotidianità. All’ultimo posto si trovava la classe mercantile, che non produceva nulla di concreto per il benessere del popolo e si arricchiva sfruttando il lavoro altrui.

Fuori da questo sistema si trovavano altri tre gruppi. Il primo era quello dell’antica nobiltà di corte, relegata insieme alla famiglia imperiale ad un ruolo meramente cerimoniale e culturale. Veniva poi il clero, che godeva discrete libertà che esercitava dai monasteri/templi. Infine c’erano i cosiddetti burakumin (部落民), o fuori casta, considerati già dall’antichità impuri a causa dei lavori che svolgevano e che spesso avevano a che fare con il sangue o il cadaveri degli animali, come per esempio i conciatori di pelle. Essi vivevano fuori dalla società organizzata, in piccole comunità. Tanto erano considerati esterni alla società civile che venivano persino esentati dal pagamento delle imposte.

LA STRUTTURA DELLA SOCIETÀ DI PERIODO EDO

Il sistema adottato dai Tokugawa (徳川), famiglia shogunale di periodo Edo, fu analogo, almeno dal punto di vista legale, non permettendo il matrimonio tra membri di caste differenti. Benché questa regola fosse effettivamente rispettata, altrettanto non è possibile dire del divieto di mobilità sociale in generale; accadde svariate volte, in particolare nel XVII° secolo, che i contadini divenissero mercanti, sfruttando il surplus di produzione dei campi che vendevano accumulando denaro.

Gerarchia sociale giapponese
“File:Edo social structure.svg” by TheInfernoX is licensed under CC BY-SA 4.0
La piramide sociale di periodo Edo

Considerata la bassa posizione ricoperta dalla classe mercantile nella gerarchia ufficiale questa potrebbe essere considerata una scelta poco saggia; in realtà la posizione gerarchica delle classi non necessariamente rifletteva l’effettivo benessere dei membri della classe stessa. I mercanti in particolar modo godevano di standard di vita decisamente elevati ed era quindi decisamente vantaggioso farne parte.

LE DIVERSE CLASSI SOCIALI

Samurai nella società di periodo Edo
Samurai in combattimento
I samurai

La classe samuraica venne radicalmente trasformata tra la fine dei periodi precedenti e il periodo Edo. Essi erano stati, in precedenza, la classe volta a mantenere la pace e l’ordine all’interno di vari domini, esercitando funzioni prevalentemente militari. A partire dalla metà del XVII° secolo, però, la situazione interna si stabilizzò, dando inizio al periodo definito della grande pace, in giapponese taihei (大平). I samurai divennero quindi una classe di amministratori, stipendiati dai signori delle varie province, che riscuotevano il riso e lo distribuivano fra contadini e samurai stessi. Essi mantennero il diritto di portare le due spade, ma di fatto esercitavano funzioni che oggi definiremmo “civili”, dedicandosi anche alla cultura.

I contadini
Artigiani e mercanti giapponesi
Rappresentazione di una coppia di artigiani

I contadini, a dispetto dell’alta considerazione di cui avrebbe dovuto godere secondo la gerarchia sociale confuciana, erano in buona parte dei casi poveri. Potevano infatti usufruire solo di una parte dei frutti del loro lavoro a causa della tassazione posta sui prodotti della terra dalla classe militare.

In principio riuscirono a mantenere una certa tranquillità grazie al fatto che le imposte venivano calcolate in base alla produttività della terra in ogni specifico anno. Quando però le suddette imposte divennero fisse essi cominciarono a godere di condizioni di vita peggiori, tanto da far nascere a fasi alterne tumulti popolari.

Artigiani e mercanti
Mercanti giapponesi
Stampa di Katsushika Hokusai rappresentante alcuni mercanti

Queste due categorie operavano principalmente nelle zone urbane. Si costituirono infatti in periodo Edo due grandi conglomerati, Osaka-Kyoto e Edo, e altre realtà minori che avevano però una notevole popolazione, che ammontava anche ad alcune decine di migliaia di persone, come Nagoya (名古屋), Kagoshima (鹿児 島) o Sendai (仙台).

La classe mercantile in particolare divenne assai ricca e il suo contributo fu fondamentale per lo sviluppo delle arti del periodo, grazie al mecenatismo da loro portato avanti.

fonti

R. Caroli, F. Gatti, Storia del Giappone, Editori Laterza, Bari, 2017
La genesi del sistema shogunale giapponese – K-ble Jungle

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