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Ode agli X Japan: rock band giapponese

X Japan heavy metal giapponese

Questo non è un articolo, una recensione, questa è un’ode. Ode agli X Japan: rock band giapponese, al Giappone e a tutto ciò che essi rappresentano. Ma chi sono gli “X Japan”?

Il visual kei e gli inizi

Non è la solita band J-rock, è la band leggenda per antonomasia, che in Occidente non trova paragoni ed è fuorviante cercarne, questo perché sono universalmente riconosciuti come band capostipite e fondatrice del visual-kei  (ヴィジュアル系). Questo movimento è una creazione prettamente nipponica che va al di là della semplice definizione di “genere musicale” o “moda”. E’ è un’espressione di sé estrema, esuberante, trasgressiva, di forte impatto visivo ed emozionale.

Inizialmente si esprimono in ambito underground solo attraverso il look, preso in prestito da varie correnti tra cui il glam rock di David Bowie e l’esuberanza scenica dei Kiss, poi mediante la musica, con stili speedmetal a ballad, tutto reinterpretato con un loro stile personale fatto di eccessi che ti colpisce come un pugno allo stomaco o una scossa folgorante. Gli X Japan sono una creazione datata  metà anni ‘80, con l’apice del successo negli anni ‘90 e che adesso, in continua evoluzione stilistica, ispira le nuove generazioni. Tra i loro “figli d’arte” i Dir en Grey, presentati da hide a Yoshiki che ne ha prodotto i primi dischi, e altre band piuttosto recenti che non solo li considerano il modello a cui far riferimento ma “vivono” la musica esattamente come loro, non come un semplice lavoro. Tutti poi ricordano la tragica morte del chitarrista hide, commemorandola sui social. Nel documentario dedicato agli X Japan vediamo band che hanno imparato a suonare imitando loro.

Dischi dal vivo della rock band giapponese X Japan
La discografia degli X Japan include molte raccolte e dischi dal vivo
Dischi e tour

Gli X Japan non hanno inventato solo un “genere musicale” ma hanno dato anima e corpo ad una vera e propria rivoluzione che li ha condotti a divenire la rock band dei record: 30 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, 18 esibizioni sold out al Tokyo Dome, uno degli olimpi della musica con 55 mila posti. Questi sono meri dati che danno l’idea dell’enorme successo di una band che ha valicato i confini nazionali per suonare in tutto il mondo, soprattutto negli States, a partire dal 1992. Yoshiki, il leader riconosciuto, ha guidato la band in tutto il mondo e con il suo World Tour post-reunion si è esibito a San Francisco, Città del Messico, Mosca, Berlino, Parigi, Londra, Shanghai, Pechino, Bangkok, Taipei, Taiwan e Tokyo. Successi accumulati in una carriera di 15 anni, con soli 5 album pubblicati (6 se si considera la colonna sonora del docu-film). Ci sono indiscrezioni riguardo un album di inediti già concluso da tempo ma che non verrà pubblicato fintanto che non si risolvono due questioni: la prima legata al “nome” di Toshi e ai suoi introiti, la seconda tra i vari manager dei componenti della band per le carriere soliste.

gli album di X Japan: rock band giapponese

Il web è pieno di notizie sulla loro storiografia.  La nascita ufficiale degli X (questo il primo nome) è nel 1982, ma è risaputo che Yoshiki (林 佳樹) e Toshi (出山利三), già amici d’infanzia, hanno cominciato prima, tra il ‘76 -’77 e il ’79, fondando i Dynamite, una band non visual kei.

La formazione completa ufficiale appare nel 1987 e durerà fino al 1992. Con questa formazione nascono tre album: Vanishing Vision (1988), loro esordio, contenente Kurenai; BLUE BLOOD (1989), quello di debutto ufficiale nel mondo professionistico, con etichetta major, che viene a posteriori considerato il più rappresentativo del rock giapponese, contenente Week end, Endless Rain e Rose of Pain. Nel 1991 esce Jealousy, contenente Silent Jealousy e Say Anything.

Dopo l’abbandono e licenziamento del bassista Taiji (沢田 泰司), che militerà nella band metal Loudness (ラウドネス) , il suo posto viene affidato ad Heath (森江 博)  invitato da hide.  Arriviamo così al ‘93 quando, dato che facevano avanti e indietro tra Giappone e Stati Uniti per le registrazioni, il gruppo modifica il proprio nome in X Japan. a causa dell’omonimia con un gruppo punk rock statunitense X. In quest’anno esce Art of Life, un mini album contenente un’unica canzone, lunga circa 29 minuti e nel 1996 registrano Dahlia, il loro ultimo album che contiene Rusty Nail e Tears.

X Japan: rock band giapponese
Alcuni dei capolavori dalla discografia degli X Japan
Problemi e crisi

Nel 1997 si ha la fine della band, ma non della loro storia: Toshi, in seguito a disaccordi con Yoshiki e per il volere della moglie, fondatrice della setta religiosa Home of Heart, annuncia di voler lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista.

Sembra la fine di un’era: il 22 settembre gli X JAPAN annunciano il loro scioglimento ad una conferenza stampa, ma prima del definitivo addio, registrano un’ultima canzone, The Last Song e il 31 dicembre di quell’anno il gruppo dà l’addio ai suoi fan in un memorabile concerto al Tokyo Dome. Il loro Last Live è commovente e sono visibili le lacrime di alcuni membri, consci di essere stati una “famiglia”, non solo dei “colleghi di lavoro”.

L’anno critico è il successivo, con il punto più basso nella data del 2 maggio quando il chitarrista hide (松本秀人), seconda voce e co-produttore insieme a Yoshiki, viene trovato morto. Forse suicida o ucciso da un banale incidente, come ipotizzato dalle fonti ufficiali, dopo un accertamento piuttosto “sbrigativo” da parte delle autorità.

In occasione del funerale il 7 maggio, gli X Japan regalano al pubblico commosso dei fan una loro speciale esibizione, suonando durante la cerimonia al piano Forever Love. I membri del gruppo iniziano a lavorare a diversi progetti solisti, alcuni già intrapresi, e Yoshiki, per vari motivi, se ne fugge a Los Angeles, dove tuttora vive e lavora nel suo studio di registrazione. Viaggia continuamente tra USA e Giappone. Recentemente, bloccato a causa della pandemia, in un post datato 14 novembre 2020, ha dichiarato in un’intervista di provare particolare nostalgia del paese natio come tutti quelli lontani da casa, nonostante la “grandezza” data dalla fama è pur sempre un uomo dalla profonda umanità e sensibilità.

Il nuovo millennio

La storia recente li rivede protagonisti con la reunion nel 2007-08, in cui il posto “vacante” lasciato da hide, indimenticabile e “sostituito” da ologramma, è ricoperto da Sugizo (杉原 康弘), già facente parte dei LUNA SEA. Con tale formazione essi sono rinati, per gridare ancora al mondo la loro esistenza con una performance della durata di 3 giorni (28, 29 e 30 marzo) a Tokyo nel 2008. Un concerto nel quale, tra le altre canzoni, è stata suonata proprio “IV”, l’ultimo brano composto parzialmente da hide.

Altra crisi nella storia di questa band fu la tragica morte del turbolento bassista Taiji, con il quale si erano riappacificati, avvenuta il 17 luglio del 2011.

Yoshiki sta progettando un tour/documentario mondiale in cui si affiancherà a grandi artisti del panorama musicale, come ad esempio Marilyn Manson (amicizia acquisita grazie ad hide), the Chainsmokers, Lindsey Stirling, SixTones, Sugizo, HYDE, Scorpions, Sarah Brightman (famosa qui in Italia per aver collaborato con Andrea Boccelli) e tanti altri. Prodotto da Youtube, si intitola Yoshiki Under the Sky.

L’importanza degli X-Japan

Ma i dati rimangono tali, qualcuno può anche impararli meccanicamente a memoria, ma da essi non traspare cosa davvero sia il significato di We are X o di Psychedelic Violence Crime of Visual Shock. Il primo è un inno, significa essere un’incognita e in quanto tale liberi di fare ciò che si vuole. Il secondo, loro slogan apparso sulla rivista specializzata di settore SHOXX, divenuto motto della stessa rivista fondata nel ‘90.

Per comprendere tutto ciò bisogna vedere, per forza, il docu-film, diretto dal regista Stephen Kijak, non nuovo a queste imprese cinematografiche (ha diretto nel 2010 il docu-film sui Rolling Stones Stones in Exile).

We are X

Datato 2016, il film è stato candidato ad un Premio Oscar,che purtroppo non ha vinto, e presentato in anteprima al 58° Festival dei Popoli a Firenze nel 2017 presso il Cinema Teatro “La Compagnia”. In quell’occasione Yoshiki rilascia un’intervista esclusiva all’Associazione Ochacaffè.

E’ stato realizzato durante i giorni di preparazione al concerto tenutosi al Madison Square Garden di New York, con un taglio da intervista, filmati d’epoca e non solo. Ripercorre tutta la storia della band di Chiba, narrando senza mezzi termini o censure i momenti belli, come la prospettiva di esibirsi oltreoceano, sogno di Taiji, bassista dall’animo rock, o il riconoscimento ricevuto dai Kiss e altre leggende del rock. Ma anche gli episodi come l’abbandono di Toshi in seguito all’ingresso nella setta, evento che porterà al disfacimento della band e che coincise con l’ultima esibizione di hide.

Proprio hide era colui che si era assunto il ruolo di “madre” o “quello responsabile” della band, correggendo gli altri membri quando eccedevano, colui che per Yoshiki era il fratello che non aveva, sia maggiore che minore Per gli altri era il “collante” la cui dipartita è stata una ferita insanabile.
Strazianti sono infatti il ricordo di Mayuko, la ragazza a cui hide aveva donato il midollo, e le scene del funerale di quest’ultimo, a cui ha fatto seguito una serie di suicidi di massa da parte dei fan che accompagnavano sui bordi della strada il corteo funebre.

CD musica di mteal giapponese, gli X Japan
La musica degli X-Japan è disponibile su Spotify e sulle principali piattaforme digitali
Yoshiki, il mito e la persona

Oltre a questo susseguirsi di emozioni si apre una parentesi particolare proprio sulla storia passata di Yoshiki, attraverso i suoi ricordi: abbiamo così una retrospettiva di come abbia trovato nel “fare musica” lo sfogo al dolore dovuto al suicidio paterno, un accadimento distruttivo e difficile da superare contro il quale lui stesso si staglia contro dicendo apertamente che è un’azione egoistica, che non tiene conto di nessuno, e non è così, forse?

In pratica la pellicola, che non vuole essere una biografia, racconta tutto quello che ha segnato la vita di Yoshiki, leader che, in quanto tale, si è assunto tutto il peso di sogni e tragedie sulle spalle, eventi indelebili come cicatrici che hanno caratterizzato la vita di tutti i componenti della band e dei loro fan.

Ne emerge una storia vera di vita, vissuta e ancora da vivere, portata all’estremo immaginabile, a sfiorare il limite umano fisico e mentale, accarezzando persino la morte. Dalla morte non si è lasciato inghiottire, bruciando come viva fiamma, per rimanere indelebilmente nella memoria del mondo intero. Il solo protagonista di tutto questo è un uomo, un musicista poliedrico, produttore musicale, maestro d’orchestra che ha prodotto la canzone dei Globe, suonato per l’Imperatore. E’ stato direttore di un evento che ha radunato artisti del J-rock a Los Angeles, un artista eccezionale, stilista di gioielli e moda, benefattore creatore della Yoshiki Foundation, direttore di un’azienda vinicola. Ma  pur sempre un essere umano.

La band visual kei giapponese X Japan
Logo della band X Japan
Ascoltatene la musica, guardate il documentario

Sommariamente, che siate o no fan della band in questione, il film ti segna e ti cambia perché non è solo la storia di una delle più grandi band del rock o di un manipolo di personaggi famosi e talentuosi, ma è la storia di un uomo, Yoshiki, che ha deciso di vivere la sua vita facendo tutto ciò che le sue forze gli permettono, fino allo stremo, fino ad esalare l’ultimo respiro.

Quanti possono dire di fare altrettanto? Quanti possono dire di aver dato vita ad una rivoluzione?

Yoshiki e gli X Japan hanno scosso il Giappone con la loro musica e il loro stile, e anche il mondo con questo docu-film altamente raccomandato.

Ringraziamenti

Daniele Prossimo e i consulenti per la redazione di questo articolo: Alessandro Reginella, Maria Vittoria Zanotti YR, Sonja Stephanie, Daniele Brahimi, Andrea Andros

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Fonti X Japan: rock band giapponese

We Are X: Intervista a Yoshiki a cura di B. Bissacco per Ochacaffè
X Japan Articolo tratto dalla rivista Classix Metal N. 9 di Ottobre 2010, pubblicato da Coniglio Editore. A cura di: MICHELE MARRONE

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