
Da quando la scrittura è stata introdotta dai migranti coreani all’interno dell’arcipelago giapponese, attorno al V secolo d.C., essa ha assunto un’importanza sempre maggiore all’interno della società. Usata inizialmente per la produzione di scritti ufficiali e di cronache che raccogliessero i principali eventi storici, essa è stata in seguito impiegata per la redazione di opere fittizie dedicate allo svago dei lettori. A tal proposito, una delle opere di maggiore spicco nel panorama letterario nipponico è senza dubbio il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu (源氏物語), tradotto in italiano come “La storia di Genji”. Una straordinaria opera che, ancora oggi, dopo più di mille anni, è considerata uno dei maggiori capolavori di letteratura giapponese.
L’AUTRICE DEL GENJI MONOGATARI

Il Genji Monogatari è stato scritto all’inizio dell’XI secolo (tradizionalmente si fissa la data di completamento al 1008) da Murasaki Shikibu (紫式部). Sfortunatamente si conosce ben poco della vita dell’autrice, tanto che neppure il vero nome ne è noto. Infatti, Shikibu è un riferimento alla carica ricoperta dal padre, che lavorava per il Ministero delle Cerimonie (chiamato appunto Shikibu-sho 式部省), mentre Murasaki è un soprannome datole a corte. Potrebbe essere un riferimento alla famiglia Fujiwara, alla quale anche lei apparteneva; infatti il carattere fuji (藤) di Fujiwara indica il glicine, che ha una colorazione violetta simile a quella ottenuta dalla radice del migliarino, detto in giapponese murasaki. Potrebbe però anche essere un richiamo al nome di uno dei personaggi della sua opera, chiamato appunto Murasaki.
Nata forse nel 970, era la figlia di un governatore di provincia, assieme al quale si trasferì a nord della capitale in modo che lui potesse svolgere il suo incarico nel 996. Poco dopo, nel 998, sposò Fujiwara no Nobutaka (藤原宣孝), dal quale ebbe una figlia. Nobutaka morì qualche anno dopo di malattia. A questo punto Shikibu entrò a corte, al servizio della figlia di un potente funzionario della famiglia Fujiwara, Fujiwara no Michinaga (藤原道長), chiamata Shoshi (彰子), che divenne in seguito consorte imperiale. Shikibu morì nel 1019.
LA struttura DEL GENJI MONOGATARI
Il Genji Monogatari è un’opera decisamente lunga. È stata divisa in ben 54 capitoli, raggruppati a loro volta in tre sezioni, in base agli argomenti trattati. Curiosamente, questa è una divisone operata molto dopo la conclusione della scrittura dell’opera e della morte dell’autrice stessa. Infatti, per tutto il periodo Heian (平安時代, 794-1185) essa venne letta con diversi ordini a seconda dell’epoca e solo nel periodo Kamakura (鎌倉時代, 1185-1333) venne stabilito l’ordine attuale. La prima sezione dell’opera comprende i capitoli dall’1 al 33, la seconda dal 34 al 41 e la terza dal 42 al 54.

LA TRAMA DEL GENJI MONOGATARI
Il Genji Monogatari, per quanto sia un’opera decisamente lunga, ha una trama abbastanza semplice. Essa segue infatti le vicende del protagonista a partire dalla sua nascita e fino al momento della morte, avvenuta nel capitolo 41. Dal capitolo 42 in poi vengono seguite le vicende dei discendenti di Genji stesso. L’opera si presenta quindi quasi come una biografia di un personaggio fittizio, in cui particolare rilievo hanno le vicende amorose e i personaggi che ne sono, in un modo o nell’altro, coinvolti.
I PERSONAGGI DEL GENJI MONOGATARI
Hikaru Genji (光源氏)
Il protagonista della storia. Bisogna innanzitutto dire che “Hikaru Genji” non è affatto il suo vero nome, bensì un epiteto composto di due parti. Hikaru (光), ossia “Lo Splendente” è un aggettivo che vuole indicare le sue molte virtù e la sua bellezza, mentre Genji (源氏) è la lettura sino-giapponese dei kanji che significano “Clan dei Minamoto”. Questo era un cognome che veniva affibbiato ai tutti i parenti della famiglia imperiale che ne venivano esclusi. Egli viene presentato come un eroe idealizzato con un enorme bagaglio culturale e una straordinaria abilità nella produzione poetica, nonché nella danza e nella musica. Una particolare caratteristica di Genji, se non forse la più importante, è la sua sensibilità, definita mono no aware (物の哀れ). Tale sensibilità gli permette di cogliere la bellezza delle cose e della natura umana. Anche in virtù di essa egli diviene obiettivo dei sentimenti di molte fanciulle durante la storia.

Imperatrice Fujitsubo (藤壺)
Prima donna mai amata da Genji e sua ossessione per tutta la vita. Ella è la matrigna del protagonista, entrata al servizio del padre di Genji quando aveva 16 anni e promossa in seguito a imperatrice. Ha con Genji un figlio, poi Imperatore Reimei, che tutti credono essere figlio dell’Imperatore Kiritsubo. In seguito alla nascita del principe, a causa della paura che la relazione con Genji venga scoperta, si fa monaca.
Aoi no Ue (葵の上)
Moglie principale di Genji. Figlia del Ministro della Sinistra, sposa Genji quanto lui ha solo 12 anni, mentre lei già 16. Soffre molto della condotta libertina di suo marito. Aoi è anche oggetto dell’invidia di una delle amanti di Genji, Rokujo, che inconsapevolmente genera un ikisudama (生魑魅), ossia lo spirito vendicativo di una persona ancora in vita, che si stacca dal corpo di colui che lo genera e attacca gli avversari. Aoi viene quindi posseduta da tale spirito e fatta ammalare fino alla morte.
Yugao (夕顔)
Il personaggio di Yugao appare poco rispetto agli altri. Si tratta di una donna che Genji incontra mentre va a fare visita alla nutrice malata assieme all’amico Koremitsu. Egli nota una casa poco curata, vicino alla quale sono spuntati fiori di Yugao (in italiano chiamati Fiori di Luna). Se ne interessa e chiede a Koremitsu di informarlo su chi viva in quella casa. Si scopre che si tratta di una donna sola, della quale Genji si innamora. I due passano quindi la notte insieme, ma ella viene subito uccisa dallo spirito vendicativo di Rokujo, così come sarebbe poi accaduto ad Aoi. Yugao aveva avuto una figlia con il proprio innamorato, To no Chujo, cugino e rivale di Genji. In seguito alla morte della madre, egli decide di trovarla. A questo punto Genji la porta con sé nel Rokujoin (六条院), abitazione fatta costruire per ospitare le sue innamorate.
Rokujo (六条)
Una delle donne amate da Genji. A causa della sua gelosia genera uno spirito vendicativo che attacca sia Aoi sia Yugao, portandole al decesso. A questo punto, a causa delle cattive voci che girano sul suo conto, accusandola dell’omicidio delle due dame, decide di recarsi assieme alla figlia a Ise (伊勢), dove la stessa figlia era diventata sacerdotessa. Alla fine della propria vita ritorna a Heian (平安), la capitale imperiale, dove affida la figlia a Genji.

Murasaki (紫)
Nipote di Fujitsubo. A causa di una malattia, Genji si reca sulle colline a nord della capitale per farsi curare in un convento e, mentre si trova lì, incontra per caso la giovane Murasaki. Nonostante sia ancora una bambina di circa 10 anni se ne innamora (non era disdicevole nel Giappone dell’epoca innamorarsi di bambini, a patto che fossero vicini ai 12 anni). Egli chiede di poterla portare con sé al suo ritorno alla capitale, ma la nonna si oppone.
Morta la nonna, Genji riesce finalmente a portarla presso la sua residenza, allevandola e facendone la sua moglie principale (in giapponese Kita no Kata 北の方, cioè “persona del nord” dall’area della residenza dei nobili dove risiedevano le mogli principali). Murasaki, pura e innocente, rappresenta il modello ideale di donna per Genji, anche in virtù del fatto che, non essendo al momento dell’incontro ancora adulta, non era stata oggetto delle contese di altri uomini e Genji avrebbe potuto quindi modellarne la personalità a suo piacimento durante la crescita.
CONCLUSIONI
La lettura del Genji Monogatari è senz’altro impegnativa, a causa non solo della lunghezza della storia, ma anche del fatto che gli eventi narrati appartengono a una cultura lontana nel tempo e nello spazio. Ciononostante, esso può aprire le porte su aspetti della cultura giapponese poco noti al grande pubblico e permettere al lettore di fare un viaggio all’interno delle meravigliose stanze delle residenze nobiliari di epoca Heian, illustrando lo stile di vita dei ceti sociali elevati di tale periodo storico. Per chiunque si interessi di cultura giapponese classica è quindi una lettura caldamente consigliata, che vale la pena leggere non solo in virtù del suo grande valore letterario, ma anche di quello educativo.
FONTI su Genji Monogatari di Murasaki Shikibu
L. Bienati, A. Boscaro, La narrativa giapponese classica, Marsilio Editori, Venezia, 2010
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