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Le stampe insanguinate di Yoshitoshi

Tsukioka Yoshitoshi

Le stampe insanguinate, o muzan-e (lett. Stampe crudeli), sono un sottogenere dell’ukiyo-e appartenente soprattutto alla seconda metà dell’Ottocento. Come si intuisce dal nome, sono stampe esplicitamente violente, con abbondante presenza di sangue e che puntano a scioccare e inquietare lo spettatore. Sono paragonabili sotto molti aspetti ai film dell’orrore odierni. Anche il famoso Kuniyoshi produsse alcune stampe appartenenti a questo genere, ma fu uno dei suoi allievi, Tsukioka Yoshitoshi (1839-1892), a essere il più prolifico e conosciuto maestro di stampe insanguinate. Le stampe insanguinate di Yoshitoshi restano impresse in chi le vede a causa della loro forza.

Sagino Ike Heikurō che tiene una testa mozzata, serie: Selezione di cento guerrieri”, 1868
Sagino Ike Heikurō che tiene una testa mozzata, serie: Selezione di cento guerrieri”, 1868
YOSHITOSHI – Vita in breve

Yoshitoshi nasce nel 1839 a Edo, era figlio di un mercante che si comprò il titolo di samurai, formalmente quindi apparteneva a questa categoria. Cresce con lo zio e a soli undici anni viene iscritto alla scuola di Kuniyoshi, che gli tramanda la sua passione per le stampe sui guerrieri e a tema storico. Le sue opere sembrano rispettare il clima politico e sociale che si viveva in Giappone, quindi le stampe prodotte negli anni Sessanta del milleottocento (periodo caratterizzato da violente e frequenti rivolte civili) sono molto cupe, violente, spesso piene di sangue.  

Le muzan-e vengono molto apprezzate dal pubblico di quegli anni, che a causa delle vicissitudini politiche e alle conseguenti ribellioni, aveva acquisito un gusto particolare per le immagini legate alla guerra. Inoltre, Yoshitoshi voleva vendere le sue stampe e non era in condizioni economiche tali da potersi permettere di non seguire il gusto del tempo, indubbiamente però esse servirono anche a esorcizzare l’orrore di cui era stato testimone. Il maestro è conosciuto principalmente, se non unicamente, per queste sue “stampe insanguinate”, che costituiscono in realtà solo una piccola parte della sua produzione. Egli non è il solo a realizzare questo genere di immagini, ma probabilmente è quello che più di ogni altro suo contemporaneo riuscì a creare le visioni più scioccanti e raccapriccianti.

“Furuteya Hachirōbei uccide una donna in un cimitero”, serie: “Ventotto famosi omicidi con poesia”, 1867
“Furuteya Hachirōbei uccide una donna in un cimitero”, serie: “Ventotto famosi omicidi con poesia”, 1867
Il secondo periodo dell’artista
Ritratto di Yoshitoshi realizzato da uno dei suoi allievi

Dopo gli anni Sessanta produce meno stampe insanguinate, la tensione è sempre presente ma inizia a essere sottintesa, le immagini non sono più così esplicite, il sangue non appare nelle stampe con la stessa frequenza del decennio precedente. Yoshitoshi mostra di prestare più attenzione alla psicologia dei personaggi. La tensione che si può avvertire ora nelle sue opere è creata più dall’aspettativa dello spettatore che dall’immagine in sé, perché egli mostra il momento che precede l’azione.

Egli è un ottimo osservatore delle emozioni umane e questo lo si può evincere anche dalle sue prime creazioni. Questa sua capacità, affinatasi nel tempo, è poi più evidente nelle sue ultime opere. Nel 1889 lo stato di salute da sempre precario dell’artista inizia ad aggravarsi e muore di emorragia cerebrale a 53 anni, nel 1892. Negli anni immediatamente successivi c’è ancora richiesta di sue opere e sono intagliate nuove matrici, ma dopo una ventina di anni dalla sua scomparsa i giapponesi perdono interesse per le sue xilografie. Le stampe macabre e violente sono le uniche che attirano ancora un po’ di attenzione da parte del pubblico.

SERIE E STAMPE PIU’ CELEBRI

Tra le sue serie più celebri di muzan-e troviamo sicuramente “Ventotto famosi omicidi con poesia”, realizzata tra il 1866 e il 1868. Egli qui ritrae perlopiù assassini ispirati a vicende reali o a leggende metropolitane e ogni disegno è appunto accompagnato da un componimento poetico.

Una curiosità a proposito di questa serie è che lo scrittore Akutagawa Ryunosuke (autore del racconto Rashomon da cui è stato tratto l’omonimo film di Akira Kurosawa) era un fan di Yoshitoshi e delle sue opere, e afferma in uno dei suoi scritti che proprio questa serie in particolare era in grado di togliergli il sonno, tanto erano crude e spietate le immagini rappresentate.

“L’assassinio di Kasamori Osen”, serie: “Ventotto famosi omicidi con poesia”, 1867
“L’assassinio di Kasamori Osen”, serie: “Ventotto famosi omicidi con poesia”, 1867

Una sua stampa famosa, un trittico per la precisione, che ritrae una battaglia che fu centrale per il maestro, poiché egli fu testimone oculare di questo massacro, è quella della battaglia di Ueno. Questo avvenimento lascia naturalmente Yoshitoshi molto scosso e la sua produzione cambia molto da questo momento in poi.

La battaglia ebbe luogo nella primavera del 1868 e vedeva da una parte i soldati che appoggiavano ancora lo Shogun, dall’altra l’esercito dell’imperatore.

Come accennato a partire dagli anni Settanta la presenza del sangue si fa meno evidente nelle sue stampe, che diventano meno esplicite, ma non sempre per questo meno inquietanti.

Trattenendo la notte
Con il suo splendore crescente
La luna d’estate

haiku composto per lui in occasione della sua morte
 “Casa solitaria nella brughiera di Adachi”, 1885
 “Casa solitaria nella brughiera di Adachi”, 1885

夜をつめて
照まさりしは
夏の月

Yo wo tsumete
Nerimasarishi ha
Natsu no tsuki

PER CONCLUDERE

La produzione giovanile riflette il turbamento e il dolore di Yoshitoshi in quello che era un periodo difficile per l’intera nazione. Comunque, nonostante i momenti di crisi, egli riesce ad affermarsi come artista e contribuisce a mantenere in vita, almeno per un po’, la fiamma dell’ukiyo-e, che a fine secolo si era fatta ormai molto tenue. Egli infatti è considerato da molti l’ultimo grande maestro di questo genere, almeno nella sua accezione tradizionale.

Fonti e link utili

La più famosa stampa giapponese è sicuramente La grande Onda di Kanagawa, di Katsushika Hokusai, nota non solo a chi ama le arti tradizionali giapponesi ma anche al grande pubblico.
La pittura tradizionale coreana offre uno modo diverso di percepire il mondo, ma sempre attraverso una visione orientale del mondo.

La serie delle Cento Lune di Yoshitoshi di Elena Santella Catalogue Raisonné of the Work of Tsukioka Yoshitoshi
British Museum 190 stampe di Yoshitoshi nella collezione.
Tokyo Metropolitan Library – Yoshitoshi Possiede un’ampia collezione di stampe, incluse circa 700 di Yoshitoshi.
Edo-Tokyo Museum (via the Tokyo Digital Museum) – Yoshitoshi Vi si trovano molte stampe, incluse 85 di Yoshitoshi.
Shizuoka Prefectural Central Library 240 opere di Yoshitoshi tra le molte stampe presenti

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Comments (2)

[…] particolare, si ritrovano spesso delle somiglianze con Yoshitoshi, che con le sue muzan-e o stampe insanguinate, è diventato famoso proprio grazie ad immagini […]

[…] La luna è l’elemento chiave che contribuisce a conferire un senso di immobilità, a creare un’atmosfera introspettiva e meditativa. E’ messa in relazione all’emozione umana, che viene da essa amplificata e dotata di una profondità unica e nuova. Un grande contrasto con altre opere dell’artista, come le stampe insanguinate di Yoshitoshi. […]

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