
Il genbaku bungaku (原爆文学), o letteratura della bomba atomica, è un fenomeno letterario che si inserisce nella scena artistica giapponese subito dopo la duplice tragedia dello scoppio delle bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki.
È DAVVERO LECITO PARLARE DI “LETTERATURA” DELLA BOMBA ATOMICA?
Effettivamente già dai primi tempi ci sono state varie reazioni alla pubblicazione delle opere che riguardavano la bomba atomica, alcune a favore e sostegno degli autori e delle loro opere, altre che ne mettevano in dubbio l’artisticità. Ci si chiedeva infatti, all’interno degli ambienti di critica letteraria, se le opere che descrivevano gli eventi di Hiroshima e Nagasaki e le loro ripercussioni sui sopravvissuti, gli hibakusha (被爆者), potessero essere definite come “letteratura”, al pari di tutte le altre grandi opere di scrittori che hanno fatto la storia della letteratura moderna in Giappone, come Soseki o Kawabata. E, per quanto nel corso degli anni sempre più scrittori abbiano visto la propria opera venire riconosciuta ad alti livelli vincendo anche dei premi a livello nazionale, come nel caso di Hayashi Kyoko, la questione è ancora altamente dibattuta fra gli studiosi.
CHI SONO GLI SCRITTORI DEL GENBAKU?
Coloro che hanno scritto della bomba atomica sono, per la maggior parte, vittime di questa immane tragedia. Sono coloro che hanno vissuto gli orrori di quei due giorni e che ne hanno sperimentato quindi in prima persona le conseguenze, mentali o fisiche che fossero. Vediamo ora due delle icone della letteratura della bomba atomica, che sono state le colonne portanti di questo fenomeno.

Ota Yoko
Nata nel 1906 a Hiroshima fu testimone del bombardamento del 6 agosto, nonché una dei primi autori a scrivere dell’accaduto. Si trovava proprio nella sua città natale durante la tragedia e in seguito ad essa sentì una terribile urgenza di testimoniare quanto successo, specie perché temeva l’imminente decesso a causa delle conseguenze delle radiazioni e che i suoi ricordi e sentimenti, ciò che aveva vissuto in quel momento, potessero andare perduti.
Cominciò quindi a descrivere tutto ciò che vedeva in quella città devastata usando materiali di fortuna come pezzi di shoji bruciati e rimasugli di matite rotte. Questi suoi pensieri e racconti andarono poi a confluire nell’opera “Shikabane no Machi” (屍の街), la Città dei Cadaveri, pubblicata per la prima volta nel 1948, non senza ostruzioni e rallentamenti dovuti alla censura. Morì di infarto nel 1963, durante una vacanza nella prefettura di Fukushima.
Hayashi Kyoko (pseudonimo di Miyazaki Kyoko).
Nacque nel 1930 a Nagasaki e fu una delle poche autrici di successo a dare una testimonianza diretta degli orrori di tale città. Pubblicò la sua prima opera “Matsuri no Ba” (祭の場), il Luogo della Festa, negli anni ‘70, ben trent’anni dopo gli eventi di cui racconta. Molti autori scelsero infatti di non parlare subito dell’evento, per rispettare il proprio diritto al silenzio. In Matsuri no Ba, com’era comune tra gli scrittori del genbaku, parla dei fatti con un taglio autobiografico. Il titolo, palesemente ironico, fa riferimento al luogo in cui Hayashi si trovava al momento dello scoppio, ossia una fabbrica di munizioni, per festeggiare la partenza di alcuni suoi amici per il fronte.
All’interno dell’opera tratta alcuni dei temi principali e maggiormente ricorrenti di questo tipo di letteratura, fra cui il senso di colpa per essere sopravvissuta ai propri cari, quello delle ferite che non si rimarginano mai completamente, riportandole sempre alla mente quell’episodio e, infine, la difficoltà di comunicare in modo corretto l’accaduto a chi non lo ha vissuto in prima persona. Questi temi ricorrono anche nelle sue opere successive, che trattano sempre della bomba. Ricordiamo “Giyaman Biidoro” (ギヤマンビードロ, 1978), in cui raccoglie le testimonianze di altri sopravvissuti e “Naki ga Gotoki” (無きが如き, 1981), Come Se Nulla Fosse Stato, in cui coniuga la propria esperienza diretta di 14enne con la consapevolezza ottenuta come donna matura.
Sopravvisse fino al nuovo millennio, proseguendo la propria attività di testimonianza e sensibilizzazione alla tragedia e morì a 86 anni nel 2017.
fonti
L. Bienati, P. Scrolavezza, La narrativa giapponese moderna e contemporanea, Marsilio, Venezia, 2009.
L. Bienati (a cura di), Letteratura giapponese. Dalla fine dell’Ottocento all’inizio del terzo millennio, Einaudi, 2005.
Letteratura giapponese
La letteratura della bomba atomica vi sembra un argomento pesante? Potreste scegliere di approfondire invece argomenti come la letteratura e il cibo, oppure dare un’occhiata a qualche divertente manga giapponese! Certamente approfondire la letteratura è un passo utile prima di affrontare, ad esempio, un viaggio in Giappone o lo studio della lingua giapponese.
[…] La letteratura della bomba atomica di Alessandro Bianco […]
[…] City of Hiroshima; The History of Hiroshima CityBritannica; HiroshimaJapan Guide; Hiroshima Castle La letteratura della bomba atomica – di Alessandro […]