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Murakami Ryu

Romanzi di Murakami Ryu

Quasi omonimo del più noto Murakami Haruki, “l’altro” Murakami è uno degli scrittori contemporanei più importanti in Giappone. Nato nei sobborghi di Nagasaki nel 1952, vicino alla base americana di Yokota,  Murakami Ryu non è soltanto uno scrittore di successo, ma anche un musicista, uno sceneggiatore e un regista, e quasi tutti i suoi romanzi sono stati adattati alla pellicola. 

Murakami Ryu, opere selezionate

L’esordio

Nel 1976 esordisce con un romanzo shock, Blu quasi trasparente (Kagirinaku tomei ni chikai buru, pubblicato in Italia nel 2020 in una nuova traduzione), con cui si aggiudica, fra mille polemiche, il premio Akutagawa. Il romanzo, crudo e violento, ispirato in parte all’esperienza personale dell’autore, narra con uno stile volutamente freddo e distaccato l’esistenza scombinata di un gruppo di amici che vive vicino alla base americana di Yokota, di cui frequentano alcuni dei soldati lì di stanza.

Siamo negli anni ‘70, nel pieno del boom economico e del benessere, dell’ascesa alla ricchezza, durante il quale si ha la sensazione di essere ormai lontani dal periodo buio della dopoguerra. La generazione degli anni ‘60 è cresciuta nel benessere, ma anche nel vuoto di valori e di obiettivi: una generazione che non ha una propria identità e che per questo consuma le sue giornate fra alcol, droghe e sesso estremo. Scorrendo le pagine del libro, il lettore è risucchiato in un mondo diametralmente opposto all’immagine smagliante che il Giappone dell’epoca dava di sé: la società giapponese del bon ton è tagliata fuori e lascia spazio a scene violente di degrado, di vite vissute senza freni in una realtà putrida e in decomposizione.

Temi ricorrenti

I personaggi di Blu quasi trasparente sono alla ricerca di una risposta e di un “qualcosa” che possa colmare l’assoluta mancanza di punti fermi della società in cui vivono. Questa costante ritorna anche in altri romanzi, come Tokyo Decadence (1992, Topazu) o Tokyo Soup (1997, In Za misosupo): Murakami cerca di scalfire la superficie dorata della società contemporanea, ne ricerca le crepe, utilizza immagini sgradevoli e brutali che colpiscono il lettore, che provocano ribrezzo e che nascondono in realtà una denuncia feroce nei confronti del Giappone dell’epoca.

Romanzi di Murakami Ryu

69 Sixty-nine

Dai toni nettamente diversi, ironici e scanzonati, 69 Sixty-nine (uscito nel 1987 e pubblicato in Italia nel 2019), è in gran parte il racconto autobiografico dell’autore, pur concedendosi senza ombra di dubbio una buona dose di fantasia. Yazaki Kensuke, alter ego di Murakami, è un diciassettenne cinico e sprezzante che vive nella cittadina di Sasebo, vicino ad una base americana. Sullo sfondo la guerra del Vietnam, la cultura americana e rock, e la voglia di ribellione che fa eco ai moti studenteschi: la storia ruota infatti attorno al giovane Kensuke, che si mette in testa di organizzare insieme ai suoi amici un festival di musica rock, teatro e cinema. Anche a Sasebo, nella lontana periferia del Kyushu, sull’onda del ’68, un gruppo di giovani cerca di insorgere e ribellarsi agli schemi di un rigido sistema scolastico, descritto come se fosse una fabbrica da cui escono robot programmati per seguire una determinata strada: frequentare l’università, trovare un lavoro, farsi una famiglia.

Pur non nascondendo le dinamiche di una generazione persa, fra droghe, sesso e atti vandalici, come barricare la scuola, lo stile narrativo si distacca notevolmente dalle immagini di decadenza e brutalità caratteristiche dei suoi romanzi e nonostante l’apparente “impegno politico”, di lotta contro il potere stabilito, tutto alla fine sembra ricondursi alla semplice voglia di “far casino e far colpo sulle ragazze”, in un mood tipicamente adolescenziale, leggero e scanzonato.

La società giapponese

I romanzi di Murakami Ryu mirano a suscitare nel lettore una reazione di violenza attraverso immagini forti e brutali. Sono uno squarcio in una società apparentemente compatta e armonica, una feroce critica al consumismo sfrenato che lascia dietro di sé una voragine profonda ed è per questo che riescono ancora a trasmettere un messaggio importante. Nonostante il degrado, la perdita di limiti e di confini, in fondo si può trovare sempre un grumo di umanità, perché “ogni cosa irradia luce”.

“Adama era mio amico, era leale, a modo suo. Non era in me che credeva, bensì in qualcosa di cui erano intrisi quei tardi anni Sessanta. Era fedele a quel qualcosa, anche se non saprei spiegare di preciso di che si trattava. Qualunque cosa fosse, ci faceva sentire liberi, non condizionati da valori codificati. Era la nostra salvezza.”

69-Sixty-nine, Murakami Ryu

Una visione della vita e della società diversa molto diverse da quelle del collega Murakami Haruki.

Link suggeriti: recensione di vari libri di Murakami Ryu.

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